10 Donne e fumetti/Femmes et BD: Adèle Blanc-Sec

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(en français après la photo) Nel corso dei nostri inserti su Donne e fumetti, ci siamo occupate dell’evoluzione dei ruoli femminili nell’arte dei balloons, sia nella produzione che nei personaggi rappresentati. Se da una parte infatti ci sono sempre più autrici e illustratrici donne, dalle sorelle Giussani a Nine Antico (creatrice di Madonne e Puttane, di cui abbiamo raccontato nel precedente articolo della stessa rubrica), le eroine dei fumetti di configurano sempre più come co-protagoniste se non personaggi principali, da Wonder Woman a Eva Kant e Valentina. In questo filone si inserisce la figura di Adèle Blanc-Bec, giornalista-scrittrice creata da Jacques Tardi nel 1976 e apparsa nei primi due album pubblicati da Casterman (editi in Italia da Rizzoli Lisard e tradotti da Giovanni Zucca) seguiti da altre avventure per un totale di dieci album. L’ultimo viene creato da Tardi circa quindici anni dopo il nono volume pubblicato nel 2007. In un’intervista a France Inter per BookClub, l’autore afferma di aver lasciato alcune strisce iniziate allora abbandonate in un cassetto, un po’ per noia un po’ perché preso da altri progetti. Tardi pubblica infatti degli album dedicati specificatamente al tema della guerra con C’était la guerre des tranchées, Moi, René tardi, prisonnier de guerre au Stalag II-B (ricordi del padre nella seconda guerra mondiale), l’adattamento dal romanzo La Position du tireur couché.

Dopo tanto tempo, quando Tardi ritrova i disegni dell’ultima avventura di Adèle nel famoso cassetto, decide di concludere la sua storia con un decimo album, più corposo dei precedenti dovendo riprendere il filo degli avvenimenti e volendo dipanarne le vicende per terminare definitivamente la sua storia.

Nel frattempo Adèle aveva preso corpo nelle fattezze di Louise Bourgoin, attrice francese diretta da Luc Besson nel suo adattamento cinematografico del 2010 dal titolo Les aventures extraordinaires d’Adèle Blanc-Sec. Le storie di Adèle sono ambientate nella Parigi della Belle Epoque, in particolare il film si ispira alle avventure dei nove album di Tardi a partire dallo schiudersi, nel 1911, dell’uovo di pterodattilo conservato nel Jardin des Plantes. La scrittrice-giornalista investiga sul rettile volante che semina il terrore volando su Parigi. Arriva poi in Egitto seguendo il suo obiettivo di risuscitare la mummia del medico di un faraone per trovare un rimedio per la sorella, in stato vegetativo a causa di un incidente di tennis.

La storia di Adèle inizia quindi nel 1911 e termina nel 1922. Durante la Prima Guerra mondiale però Tardi decide di non coinvolgere la sua eroina negli avvenimenti, bellici non volendola incasellare nel classico ruolo di “infermiera o spia” in un conflitto del quale sottolinea l’assurdità. Nei suoi album dedicati alla tragedia della guerra infatti, Tardi mostra le vite sprecate di tanti giovani inviati al fronte per le macchinazioni dei poteri nazionalisti.

Adèle salta quindi i quattro anni della Grande Guerra perché si trova in una vasca di congelamento dalla quale sarà tirata fuori nel 1918, alla fine del conflitto, da Lucien Brinavoine, un giovane avventuriero inglese reduce di guerra, ‘(auto)mutilato volontariamente’. Adèle torna a casa e trova il suo appartamento intatto e la posta recapitata regolamente negli anni sotto la porta. Riprende le sue avventure facendosi molti nemici tra i quali stupidi poliziotti violenti come l’ispettore Caponi o il Commissario Laumanne e ricchi megalomani come il suo editore Bonnot o ancora il generale Bouclard: una carrellata della stupidità umana che viene messa in scena nelle vicende di questa donna dal carattere difficile. La polizia la sorveglia e a volte la insegue nelle sue investigazioni e disavventure dalle quali ne esce sempre grazie alle informazioni su affari che devono restare segreti.

Le sue avventure fantastiche interessano la preistoria, come abbiamo visto con il dinosauro redivivo, la storia, con l’incontro con delle sette che hanno percorso il tempo, e l’attualità dei primi decenni del Novecento. Deve anche sfuggire a diversi attentati nei quali è spesso ferita e, in un caso, assassinata, ma riportata in vita con mezzi scientifici.

Nel 1911 Adèle abita in una casa a Meudon e poi dall’anno successivo in un appartamento a Parigi al n. 43 della rue Bezout, nel 14ème arrondissement e dispone di una linea telefonica, un bagno con acqua corrente, cose non comuni all’epoca. E’ una giovane donna graziosa ed emancipata, dallo spirito indipendente e critico con una curiosità insaziabile che le attira spesso dei guai. Ha un carattere forte e diventa intrattabile e violenta se viene molestata da machos magari in un bistrot dove si reca volentieri a bere un bicchiere. Brillante ed elegante, solitaria e indipendente, trova sempre le soluzioni ai problemi che affronta. E’ attirata da giovani marginalizzati dalla società e avventurosi come Lucien Ripol, amante assassinato nel 1911, da uomini un po’ sbiaditi ma gentili come il paleontologo Zborowski e Mouginot che viene assassinato e muore per salvarla o le vittime della guerra come il pitecantropo, il solo morto per il quale la si vede versare una lacrima, o ancora il pacifista Honoré Fiasco.

Giovane orfana, viene separata dalla sorella minore che ritrova solamente nel 1922; lavora come scrittrice di gialli, romanzi popolari e poi di racconti autobiografici tra cui “Adèle et la Bête” e “Le Demon de la Tour Eiffel “del 1912, “Momie en Folie” del 1922, ma si scontra sempre con il suo editore.

Come il suo creatore, Adèle è un po’ anarchica; afferma al suo amico Lucien Brindavoine: “La Patrie, la France…tout cela—je ne sais pas trop ce que cela veut dire…” Tardi afferma che Adèle, a sua immagine, è “archi-méfiante vis-à-vis des institutions”. D’altra parte l’autore rifiuterà il riconoscimento della legione d’onore e firmerà l’Appel des 58 contro il divieto di manifestare durante il periodo degli attentati.

Qualcuno afferma che la figura di Adèle sia stata ispirata dalla vita e l’opera della giornalista, militante attivista femminista, comunista e anarchica Séverine (pseudonimo Caroline Rémy), prima donna a dirigere un quotidiano, Le cri du peuple

Comunque sia Adèle Blanc-Sec resta una lettura interessante e importante nel panorama dei fumetti al femminile…e non solo!

P.

Di seguito si puiò ascoltare il programma di Radio Città Fujiko dove si parla anche di Adèle Blanc-Sec:

https://mega.nz/file/rNd3wQhA#etIt7hNX7Dcf-MuahP-Hgx__x5QcDEK8o8e5keijH_8

Au cours de nos articles sur les femmes et la bande dessinée, nous avons abordé l’évolution du rôle des femmes dans l’art du ballon, tant au niveau de la production que des personnages représentés. Si d’une part les femmes auteures et illustratrices sont de plus en plus nombreuses, des sœurs Giussani à Nine Antico (créatrice de Madones et putains, dont nous avons parlé dans l’article précédent de cette même rubrique), les héroïnes de bandes dessinées deviennent de plus en plus des co-protagonistes, voire des personnages principaux, de Wonder Woman à Eva Kant en passant par Valentina. La figure d’Adèle Blanc-Bec, journaliste-écrivain créée par Jacques Tardi en 1976 et apparaissant dans les deux premiers albums publiés par Casterman (édités en Italie par Rizzoli Lisard et traduits par Giovanni Zucca) suivis d’autres aventures pour un total de dix albums, s’inscrit dans cette veine. Le dernier a été créé par Tardi une quinzaine d’années après le neuvième volume paru en 2007. Dans une interview accordée à France Inter pour BookClub, l’auteur déclare avoir laissé dans un tiroir certaines des bandes qu’il avait commencées à l’époque, d’une part par ennui et d’autre part parce qu’il était occupé par d’autres projets. En effet, Tardi publie des albums spécifiquement dédiés au thème de la guerre avec C’était la guerre des tranchées, Moi, René tardi, prisonnier de guerre au Stalag II-B (souvenirs de son père pendant la Seconde Guerre mondiale), adaptation du roman La Position du tireur couché.

Après un long moment, lorsque Tardi redécouvre les dessins de la dernière aventure d’Adèle dans le fameux tiroir, il décide de conclure son histoire avec un dixième album, plus dense que les précédents, car il devait reprendre le fil des événements et voulait les dénouer pour clore définitivement son histoire.

Entre-temps, Adèle a pris les traits de Louise Bourgoin, une actrice française dirigée par Luc Besson dans son adaptation cinématographique de 2010 intitulée Les aventures extraordinaires d’Adèle Blanc-Sec. Les histoires d’Adèle se déroulent dans le Paris de la Belle Époque et le film s’inspire notamment des aventures des neuf albums de Tardi, à commencer par l’éclosion, en 1911, de l’œuf de ptérodactyle conservé au Jardin des Plantes. L’écrivain-journaliste enquête sur le reptile volant qui sème la terreur en survolant Paris. Elle arrive ensuite en Egypte avec pour objectif de ressusciter la momie d’un médecin du pharaon afin de trouver un remède pour sa sœur, dans un état végétatif suite à un accident de tennis.

L’histoire d’Adèle commence donc en 1911 et se termine en 1922. Pendant la Première Guerre mondiale, Tardi décide cependant de ne pas impliquer son héroïne dans les événements de la guerre, ne voulant pas lui faire endosser le rôle classique d’« infirmière ou d’espionne » dans un conflit dont il souligne l’absurdité. Dans ses albums consacrés à la tragédie de la guerre, Tardi montre les vies gâchées de tant de jeunes hommes envoyés au front pour les machinations des pouvoirs nationalistes.

Adèle saute ainsi les quatre années de la Grande Guerre car elle est dans un bain glacial dont elle sera extraite en 1918, à la fin du conflit, par Lucien Brinavoine, un jeune aventurier anglais vétéran de la guerre, « mutilé(e) volontaire ». Adèle rentre chez elle et retrouve son appartement intact et le courrier distribué régulièrement depuis des années sous sa porte. Elle reprend ses aventures, se faisant de nombreux ennemis parmi lesquels des policiers stupides et violents comme l’inspecteur Caponi ou le commissaire Laumanne et de riches mégalomanes comme son éditeur Bonnot ou encore le général Bouclard : un florilège de la bêtise humaine qui est mis en scène dans les vicissitudes de cette femme au caractère difficile. La police la surveille et la poursuit parfois dans ses enquêtes et mésaventures dont elle ressort toujours avec des informations sur des affaires qui doivent rester secrètes.

Ses aventures rocambolesques touchent à la préhistoire, comme nous l’avons vu avec le dinosaure, à l’histoire, avec ses rencontres avec des sectes évoluées dans le temps, et à l’actualité des premières décennies du 20ème siècle. Elle doit également échapper à plusieurs attentats au cours desquels elle est souvent blessée et, dans un cas, assassinée, mais ramenée à la vie par des moyens scientifiques.

En 1911, Adèle vit dans une maison à Meudon, puis à partir de l’année suivante dans un appartement à Paris, au n° 43 de la rue Bezout, dans le 14e arrondissement, et dispose d’une ligne téléphonique et d’une salle de bain avec eau courante, ce qui n’est pas courant à l’époque. C’est une jeune femme joilie et émancipée, dotée d’un esprit indépendant et critique et d’une curiosité insatiable qui lui vaut souvent des ennuis. Elle a un caractère bien trempé et devient intraitable et violente lorsqu’elle est harcelée par des machos, par exemple dans un bistrot où elle va volontiers boire un verre. Brillante et élégante, solitaire et indépendante, elle trouve toujours des solutions aux problèmes qu’elle rencontre. Elle est attirée par des jeunes marginaux aventureux comme Lucien Ripol, un amant assassiné en 1911, par des hommes un peu fanés mais bienveillants comme le paléontologue Zborowski et Mouginot qui est assassiné et meurt pour la sauver, ou des victimes de la guerre comme le pithécanthrope, le seul mort pour lequel on la voit verser une larme, ou le pacifiste Honoré Fiasco.

Jeune orpheline, elle est séparée de sa petite sœur qu’elle ne retrouvera qu’en 1922 ; elle travaille comme auteur de romans policiers, de romans populaires puis de nouvelles autobiographiques dont « Adèle et la Bête » et « Le Démon de la Tour Eiffel » en 1912, « Momie en Folie » en 1922, mais se heurte toujours à son éditeur.

Comme son créateur, Adèle est un peu anarchiste ; elle dit à son ami Lucien Brindavoine : « La Patrie, la France…tout cela-je ne sais pas trop ce que cela veut dire… ». Tardi affirme qu’Adèle, à son image, est « archi-méfiante vis-à-vis des institutions ». D’ailleurs, l’auteur a refusé la reconnaissance de la Légion d’honneur et a signé l’Appel des 58 contre l’interdiction de manifester pendant la période des attentats.

Certains disent que le personnage d’Adèle a été inspiré par la vie et l’œuvre de la journaliste, militante féministe, communiste et anarchiste Séverine (pseudonyme de Caroline Rémy), première femme à diriger un quotidien, Le cri du peuple… Quoi qu’il en soit, Adèle Blanc-Sec reste une lecture intéressante et importante dans le panorama de la bande dessinée féminine et pas seulement !

P.

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