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Il Parco degli Acquedotti di Roma è situato nella parte sud-est della città. È così chiamato per la presenza di antichi acquedotti romani che attraversano il paesaggio e conferiscono alla zona un fascino storico unico. Tra gli acquedotti più noti presenti nel parco ci sono l’Acquedotto Claudio, che fu costruito sotto il regno dell’imperatore Claudio nel 52 d.C. e fu esteso successivamente dall’imperatore Traiano e l’Acquedotto Felice che fu commissionato dal papa Sisto V nel 1585, per migliorare l’approvvigionamento idrico di Roma.
Il parco, che è stato il set di numerosi film, offre un ambiente tranquillo e piacevole per passeggiate e picnic, è popolare tra gli abitanti di Cinecittà e zone limitrofe perchè offre la possibilità di godere di un po’ di verde lontano dal trambusto della città. La presenza degli acquedotti fornisce un’opportunità unica per gli appassionati di storia e architettura di esplorare queste antiche strutture.
Per me il parco degli Acquedotti è un luogo magico dove ho portato i miei figli in carrozzina da piccoli, ho passeggiato, studiato, ho corso e fatto ginnastica, ho letto, incontrato gli amici, preso il sole.
Loredana, anche lei assidua frequentatrice del parco, stamattina ci scrive commossa di un book crossing all’aperto dove si è imbattuta mentre portava spasso il suo cane:
Sulle panchine del Parco degli Acquedotti qualcuno lascia libri perché qualcuno li prenda. Lo trovo commovente.
Oggi quei libri al sole sembravano un miracolo di altruismo e civiltà,
piu di tante parole, silenziosamente alimentavano un rigagnolo di speranza, gesti di gentilezza senza motivo.
Il cuore si scrolla, come per togliersi un vestito incartapecorito, un involucro rigido.
Il cuore si scrolla come a cercare un se stesso perso di vista, davanti a quei libri abbandonati, a costo di un abbandono pericoloso alla notte alle intemperie alla pioggia, ma anche alla possibilità che qualcuno si fermi a guardarli, interdetto, ad aprirli e leggere a caso due righe e poi magari lasciarli ancora li, oppure a toglierli dalla strada e portarsene uno a casa.
Lo so che qualcuno pensa, come ho fatto anch’io, che li hanno lasciati per fare spazio in libreria in casa propria, ma invece di buttarli nel cassonetto se li sono portati fin dentro il parco, e i libri pesano!