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Anna Maria torna a scriverci da Bali per raccontarci le sue nuove esperienze:
Ciao, donne con lo zaino! Rieccomi a Bali per la terza volta. I miei viaggi all’Isola degli Dei sono principalmente motivati dal riabbracciare mia figlia Ignacia, mio genero Alek e la mia tenera nipotina Simona. Qui la mia vita è tranquilla e rilassante, trascorre principalmente con la famiglia tra attività fisica, spiaggia, corsi di attività tipiche locali, scorrazzate in moto.
Tra le cose che amo di più fare e mi concedo ogni volta che arrivo qui sono le lezioni di Batik. La parola ricorda molto gli hippie e spesso si associa a un’arte spirituale musicale. Invece è una delle tecniche di tintura tessile più antiche al mondo e consiste nell’applicare cera calda al tessuto prima di metterlo a contatto con alcuni coloranti. Le zone preservate saranno poi, alla fine del processo, quelle che rimarranno libere dal colore dato che la cera ne impedisce l’assorbimento. Lo strumento principale per applicare la cera (paraffina o cera d’ api) si chiama tjanting (simile a una penna). Il resto è semplice: fornello e pentolino per mantenere sempre calda la cera e naturalmente un tessuto (lino, cotone, seta, ecc), tinture e pennelli.
A queste latitudini la tecnica del batik si può apprezzare in ogni luogo e principalmente nei “sarong” che sono delle specie di parei usati dalla quasi totalità della popolazione locale. Gli occidentali invece usano questi tessuti principalmente per decorare. Io amo questi tessuti e per questo motivo ho avuto la motivazione sufficiente per impararne la tecnica.
Ecco alcune fasi dell’ultimo lavoro da me realizzato i giorni scorsi. Non è affascinante?
Anna Maria detta Pic