Getting your Trinity Audio player ready...
|
Susana è la nostra ‘infermiera con lo zaino’ che ci ha recentemente raccontato la sua ascensione alla Ciudad Perdida, in Colombia, vestigia dell’antica civiltà Tairona. Da poco rientrata da questo viaggio sudamericano, ha già ripreso lo zaino e, approfittando di alcuni giorni di congedo dal lavoro, è partita nella direzione opposta, in un altro continente.
Quando l’ho conosciuta, in Norvegia, mi raccontava della sua passione per i viaggi che visualizza apponendo delle bandierine sul planisfero regalatogli dal figlio per annotare i vari paesi che visita: – una viaggiatrice seriale!- ho pensato. Nella scelta delle destinazioni di viaggio, ci racconta un altro motivo che collega i suoi viaggi in Italia, Messico e India: riuscire a visitare le sette meraviglie del mondo.
Glielo auguriamo davvero e speriamo che i suoi racconti e le sue immagini siano di ispirazione ed arricchiscano sempre il nostro blog di donne viaggiatrici!
Ecco il suo racconto:
Ho sempre sognato di visitare le sette meraviglie del mondo. Sono già stata in due di queste: il Colosseo di Roma e Chichen Itzá in México. Me ne mancano ancora cinque…
Fin dalla prima volta che mi sono recata in Indonesia, tanti anni fa, ho sentito che l’Asia mi attirava, non posso spiegare perché esattamente. Forse sono i suoi templi o magari proprio la filosofia buddista, oppure le persone sempre amichevoli, comunque per tutti questi motivi ed altri che non so spiegare, ho chiesto a mia figlia Marta (la mia compagna di viaggi): “Vogliamo andare in India così posso vedere la mia 3° meraviglia, il Taj Mahal?”
Lei, vegetariana e amante della cucina indiana, mi ha risposto, senza esitazione, proprio così: “Come no?! Andiamo senz’altro!!!”. Non so neanche se conoscesse il Taj Mahal ancora ma penso di sì, perché tante volte in casa avevo recitato il mantra delle sette meraviglie del mondo…
Abbiamo così iniziato tutto il lavoro di organizzazione: cercare i posti da visitare, comprare i biglietti dell’aereo e organizzare il percorso. “Mamma mia!”- mi sono detta con la cartina davanti e la mappa degli spostamenti possibili- “l’India è grandissima!” -Abbiamo quindi limitato le visite alla parte Nord del Paese.
In India vivono un miliardo e mezzo di persone e c’è una grande povertà. Non tutti parlano bene l’inglese e abbiamo fatto fatica qualche volta per farci capire, sono tutti amichevoli, sempre pronti a aiutare. A molti piace farsi fotografare con un turista occidentale che non vedono di frequente, almeno nei posti dove siamo state. Così abbiamo una collezione di 1500 foto con tutti tipi di famiglie incontrate che ci chiedevano di fotografarsi con noi. Chissà forse è un modo per viaggiare anche per loro…
Naturalmente sapevo che le mucche in India sono sacre ma guardarle girare e fare la loro vita è un’altra cosa ?: camminano per la strada come i cani nelle nostre città; fanno quello che vogliono ed è davvero incredibile imbattersi in questi animali e vederli muoversi tra i passanti, in ogni luogo.
In India ho davvero sofferto il caldo, ho traspirato litri di sudore soprattutto a Jaisalmer, un paesino dell’ovest quasi vicino al Pakistan. Sono stata sul punto di sciogliermi durante tutta la giornata; la notte fortunatamente siamo arrivati nel deserto e abbiamo dormito all’aria aperta: una frescura bellissima! Le stelle poi erano diverse, brillanti come non mai: le più splendide che abbia mai visto nel mondo.
Per finire, due parole sul cibo: adoro il buonissimo pane Naan, il Thali (piatto completo con tanti ingredienti), il Malai Kofta (polpettine di patate in salsa), il Pakkore (banane fritte), il mango lassi (un buonissimo yogurt). Non riesco proprio però ad abituarmi al cibo piccante che è un po’ dappertutto?️, purtroppo non mi piace.
Quando sono arrivata finalmente davanti al Taj Mahal, sono rimasta senza fiato: è davvero una meravigliosa opera d’arte. Per chi non lo conoscesse, il Tāj Maḥal è patrimonio dell’Unesco oltre ad essere stato inserito nel 2007 tra le sette nuove meraviglie del mondo. Si trova ad Agra ed è un mausoleo musulmano costruito nel 1632 dall’imperatore moghul Shāh Jahān in memoria dell’amatissima moglie Arjumand Banu Begum, conosciuta anche con il nome di Mumtāz Mahal che in persiano significa “la luce del palazzo”. L’imperatrice morì nel 1631 dando alla luce il quattordicesimo figlio dell’imperatore. Ci vollero ventidue anni per costruire il mausoleo e mille elefanti e bufali per trasportare i materiali da tutte le parti dell’India e da più lontano ancora. Ci sono molte pietre preziose; si stima che la costruzione ha avuto un costo di trentadue milioni di rupie di allora pari a circa settanta miliardi di rupie di oggi ovvero circa settecentottantacinque milioni di euro.
Con questo magnifico viaggio conto già 3 meraviglie del mondo visitate, vi farò sapere se riesco a visitare le altre.
Susana
P.