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A pochi chilometri dalla capitale, si può ancora camminare per ore in una natura incontaminata; venite a vivere con noi questa esperienza– invita Umberto Pessolano, geologo e naturalista, nel suo intervento al reading di presentazione del programma Viandanza: il cammino dei vulcani, organizzato dall’infaticabile Fernanda Pessolano e condotto dallo scrittore e giornalista sportivo Marco Pastonesi accompagnato dal musicista Carlo Amato.
-Andremo ad apprezzare il silenzio ed il camminare come mezzi per osservare e scoprire meglio l’ambiente che ci circonda commenta Marco che, con la sua voce coinvolgente, legge estratti di Il silenzio di Erling Kagge e dell’Anabasi di Senofonte. È poi la volta del botanico Stefano Valente a parlare della faggeta del Monte Raschio, uno dei rilievi dei Monti Sabatini, che si attraversa durante la prima tappa del cammino. Infine l’archeologo Settimio Cecconi incuriosisce e diverte il pubblico, riunito al Teatro Villa Pamphilj, raccontando aneddoti e storie sulla Valle del Baccano, cantata dall’Alfieri e poi dallo storico Tomassetti. In conclusione la regista Veronica Olmi illustra il programma pluriregionale StraVagante. Festival dei Paesaggi, organizzato da una rete di teatri delle regioni Lazio, Umbria e Marche e che riguarda contemporaneamente il territorio di Roma, Spello e Arcevia. Per il Lazio è l’associazione Ti con Zero di Fernanda Pessolano, in collaborazione con il Parco Regionale Bracciano-Martignano ed altri enti che ha realizzato il programma Viandanze.
In uno di quei tipici tramonti estivi sui pini di Villa Pamphilj, l’incontro termina nel giardino del teatro intorno ad un aperitivo durante il quale fioccano le domande per Fernanda sui dettagli del cammino: chilometri previsti per tappa, peso consigliato dello zaino, osservazioni sul meteo e informazione sui trasporti. Il cammino, gratuito, può essere infatti percorso interamente o parzialmente ed ognuno dei presenti si organizza. La partenza, prevista per l’indomani alle 9 da Oriolo Romano è imminente ed io, che non avevo programmato di partire per questa avventura, non sono preparata. Ma la voglia è tanta di unirmi a questo simpatico gruppo di camminatori accompagnati da Fernanda, tracciatrice e creatrice del cammino dei vulcani, e dagli scienziati che lo hanno introdotto stimolando la curiosità dei partecipanti. Corro quindi a casa, preparo in fretta e furia lo zaino prevedendo, come da indicazioni, cibo e acqua a sufficienza per la prima tappa. Metto anche un costume perché il percorso termina proprio al lago di Trevignano e ci sarà il tempo per un bagno ristoratore.
Come per ogni cammino, prima della partenza una leggera ansia si affaccia: avrò preso tutto il necessario? Lo zaino sarà troppo pesante? Sarò in grado di arrivare alla fine del percorso? Il meteo sarà affidabile? La tensione si scioglie immediatamente nel momento in cui la mattina, al punto di incontro presso la stazione di Oriolo Romano, il gruppo si compone e si parte tutti insieme: iniziamo la Viandanza con la voglia di osservare, scoprire, ascoltare i nostri accompagnatori che si fermano ora davanti ad una galla di faggio, ora davanti ad una particolare formazione rocciosa o ad una pozza d’acqua formatasi nel cavo di un albero per cercare gli ostracodi, microcrostacei di acque stagnanti capaci di resistere a lunghi periodi di siccità. Il cammino ci sembra lieve per le soste spontanee alla vista di curiosità botaniche o tracce di animali durante le quali i nostri esperti ci regalano informazioni e interagiscono con simpatia e chiarezza rispondendo alle nostre domande. Mostrando la ex tana di un picchio di un albero morto, ad esempio, Umberto trova un coleottero verde brillante che si staglia nel fango: una Cetonia Speciosissima uscita dal bozzolo ben mimetizzato nel cavo del tronco. Dal canto suo Stefano ci mostra e spiega i vari ritrovamenti raccolti durante il passaggio del bosco chiarendo la differenza tra i frutti delle gimnosperme e le angiosperme; ci incanta con i suoi giochi e domande curiose che rivolge anche al giovane pubblico con il quale lavora abitualmente come divulgatore all’Orto Botanico dell’Università di Tor Vergata. Stefano ci parla di questa faggeta, patrimonio dell’Unesco, che ha la particolarità di trovarsi ad un’altitudine piuttosto bassa per i faggi: circa 440 m; mi impressiona sapere che è sopravvissuta all’ultima glaciazione del Quaternario, diecimila anni fa. Oggi percorriamo circa 18 chilometri ma il nostro è anche un viaggio nel tempo con i racconti di Umberto che ci porta indietro di centinaia di migliaia di anni spiegando la formazione del lago di Bracciano. Contrariamente all’opinione comune infatti, il lago non è ospitato da un cratere vulcanico vero e proprio ma si è formato da una depressione dovuta al crollo della parte alta di una camera magmatica. Viaggiamo ancora nel tempo quando ci chiede di immaginare la trasformazione del paesaggio dopo l’era glaciale: il mare allora copriva queste zone e le cime dei monti e dei vulcani erano isole. L’attività vulcanica ha modellato poi tutta la regione modificando ad esempio, a più riprese, anche il livello del Tevere: se la foce oggi si trova ad Ostia, nel corso del tempo si era spostata dalla zona di Cerveteri fino ad Anzio a causa delle eruzioni.
Dopo un lungo tratto in un bosco misto sostiamo per riposare e mangiare; Marco ci legge un estratto di Erri de Luca sul ‘ragionare coi piedi’ che ci fa pensare e discutere. C’è stanchezza ma allegria tra i partecipanti e voglia di conoscersi: condividiamo ore di cammino e chiacchiere sommesse perché aneliamo anche al silenzio e alla tranquillità di questo percorso naturalistico. Saliamo e scendiamo nel bosco, attraversiamo un punto con un fontanile, ci inoltriamo ancora per poi percorrere la seconda parte del cammino che sorprende per la varietà del paesaggio. Tra rovi di more, finocchio selvatico e falso sambuco scendiamo per un sentiero di campagna verso Trevignano; sulla sinistra di vede il Monte Rocca Romana con la sua forma conica dovuta all’origine vulcanica. Già all’uscita del bosco avevamo avvistato il paese e l’azzurro del lago; il desiderio di bagnarsi cresce ad ogni passo e continuiamo a scendere fino alla strada asfaltata che incrociamo continuando per un canalone tra i terreni fino al lago. Il tuffo ristoratore cancella la stanchezza dei nostri piedi che iniziano a ‘ragionare’ diversamente: già non sentono più il nostro corpo che galleggia e riposano sguazzando leggeri. Dall’acqua guardiamo il sentiero sul versante della collina che si affaccia sul lago e ricordiamo i paesaggi, i discorsi, i silenzi, i momenti intensi di questa splendida giornata.
L’indomani si ricomincia con la seconda tappa: da Trevignano a Campagnano prima di intraprendere l’ultima che arriva ad Anguillara. Nel bosco di San Celso a Bracciano infine il Festival si concluderà domenica 4 alle 19 con un sentiero itinerante di Teatro Natura e lo spettacolo Creature Alate di Andrea Calabretta.
Grazie Fernanda per questo progetto di Viandanza e a tutti i collaboratori.
Buen camino
P.




Le Donneconlozaino avevano già percorso un tratto del cammino dei vulcani con Fernanda e Ti con Zero, come dall’articolo di cui riportiamo il link qui di seguito: Francigena e versi danteschi: AnDante
http://donneconlozaino.org/wp-admin/post.php?post=12818&action=edit