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La prima donna a circumnavigare il globo.

Durante la presentazione del libro “Donne con lo zaino” a Solarolo, in Romagna, ci è stato suggerito di ampliare i nostri ritratti di donne rivolgendoci alle nostre progenitrici. Già in precedenza avevamo ritratto alcune donne incontrate durante le nostre ricerche, come ad esempio Bona Sforza durante il tour su Bari vecchia, o Freya Stark, considerata la prima travel blogger, perciò abbiamo subito raccolto il suggerimento di un’amica. Alcuni giorni fa Martine, venuta a trovarmi da Parigi, sapendo del mio desiderio di approfondire le letture sulle donne che dei viaggi hanno fatto non solo un hobby ma una ragione di vita, mi ha mostrato sulla rivista francese Reliefs il ritratto, ad opera di Michèle Kahn, di Jeanne Baret, la prima donna di cui si ha notizia che abbia circumnavigato il globo.
Jeanne, nata nel 1740 in un modesto villaggio in Borgogna, era povera e analfabeta, destinata ad una vita noiosa e di stenti. Figlia unica di un contadino, lo aiutava nei campi. L’unica luce nella sua vita era raccogliere le erbe con sua madre, che le aveva fatto conoscere i segreti delle piante.
Diventata orfana, Jeanne visse delle sue erbe mediche che, a detta di tutti, facevano miracoli. Se vedeva una nuova pianta, ne indovinava subito le proprietà e le testava. Nel 1762, durante una delle sue passeggiate esplorative, si trovò faccia a faccia con un uomo, dottore, un certo Mr. Philibert Commerson, che girava con un barattolo di latta a tracolla, con un bastone in una mano e nell’altra una lente d’ingrandimento. Alle domande curiose di Jeanne, rispose che a casa e nel suo studio aveva un enorme erbario e che, sempre desideroso di arricchire le sue collezioni, saccheggiava di continuo aiuole e sterpaglie per poter raccogliere e catalogare senza sosta le sue erbe.
Monsieur Commerson chiese a Jeanne prove scientifiche sull’efficacia dei suoi preparati. Lei rispose semplicemente che le sue tisane guarivano. I due si videro più volte e, nonostante la differenza sociale, il loro disaccordo sulla botanica (per l’uomo era scienza, per Jeanne intuizione), cominciarono a collaborare.
Commerson, tredici anni più di Jeanne, era sposato. Quando la moglie morì di parto, Jeanne accettò di diventare l’istitutrice del figlio rimasto orfano e da Commerson imparò a selezionare le piante secondo il metodo del botanico svedese Carl von Linné.
Trasferitasi a Parigi, Jeanne entrò in un mondo completamente nuovo per lei. Più vedeva, più era ansiosa di conoscere. Assimilava tutto con prodigiosa velocità. Nell’ottobre del 1766 il capitano Louis-Antoine de Bougainville si preparò a circumnavigare il mondo e, volendo assumere due scienziati, puntò gli occhi sull’astronomo Véron e sul medico-botanico e naturalista Commerson. Philibert accettò e, avendo bisogno di qualcuno che lo aiutasse, pensò che Jeanne poteva essere un’assistente ideale. Ma alle donne era vietato salire a bordo delle navi del re, perciò Jeanne decise di travestirsi da cameriere. Commerson, conoscendo le abilità di Jeanne, finì per accettare. Jeanne indossò abiti maschili, si legò i capelli, nascose i seni comprimendoli con un’ampia fascia e, per partire, inventò un nuovo nome, Jean Bonnefoy.
Il viaggio cominciò , i due affrontarono tantissime peripezie ma incontrarono una flora esuberante, sgargiante e fertile. Ogni tappa fu ricompensata da una scoperta, così a Montevideo come a Buenos Aires, a Rio, nello stretto di Magellano, in Patagonia, a Tahiti.
Più volte Jeanne rischiò di essere processata e condannata per il suo travestimento ma il desiderio di conoscenza fu sempre più forte della paura.
Jeanne continuò a studiare e a catalogare per lo sviluppo della botanica, ma solo nel 2012 fu battezzata in sua memoria una pianta rampicante, appena scoperta in Sud America, la Solanum baretiae.




R.