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Sei a Bologna e vuoi leggere senza spendere un euro? Questo è possibile andando alla libreria Libri Liberi, tenuta da una signora dall’apparenza fragile ed aristocratica ma con una grinta ed una coscienza politica e civica di lunga data.
Il mese scorso, in occasione della presentazione del libro DONNE CON LO ZAINO a Solarolo per l’associazione I Cultunauti, chiedevo a Carlo, il presidente, un contatto per una biblioteca o libreria interessata a tematiche ‘al femminile’:
–Devi assolutamente conoscere la libreria Libri Liberi a Bologna ed incontrare Anna Hilbe allora! – mi risponde incuriosendomi ancor di più quando mi spiega che in questa libreria non c’è nessun registratore di cassa, non si compra e non si vende nulla.
Prendo dunque un appuntamento con la fondatrice che incontro con Carlo e Raffaella poco prima dell’apertura pomeridiana. Anna ci incanta con i suoi racconti partendo dall’inizio di questa fantastica storia, anzi ancora prima, parlandoci del suo percorso di militante femminista e fondatrice, nel 1977, della prima libreria delle donne di Bologna, la seconda in Italia dopo quella di Milano.
–Aprimmo la libreria La librellula con mia sorella e tre amiche; era l’epoca del movimento femminista ed era importante avere un luogo dove trovare testi e spazi di approfondimento. A Bologna c’era un fermento culturale particolare, era un periodo esaltante che durò fino al 1990 quando decidemmo di chiudere. All’inizio il movimento femminista era forte e nella libreria trattavamo temi legati alla questione femminile; si trovavano testi specialistici che ruotavano intorno alla letteratura e saggistica di genere. C’era tanto materiale che nutriva le analisi e i dibattiti dei gruppi femministi che ospitavamo insieme a conferenze, mostre, incontri. In seguito però il movimento cambiò posizione e ci sembrava non avesse più tanto senso tenere aperta una libreria così altamente specializzata. Nel frattempo era nata la Biblioteca delle Donne e l’associazione Orlando e parte di quel fermento intellettuale e militante convogliava in altre forme di impegno ed attività.
Mentre racconta, Anna si alza e va a cercare un saggio di suo marito che ci offre con quella generosità autentica che le deriva dalla convinzione assoluta alla base di Libri Lib(e)ri, ovvero che i libri debbano circolare. Ci parla quindi dell’incontro con il marito, un professore americano che insegnava Economia Politica a Bologna presso la Hopkins University
Negli anni Ottanta conobbi Doug. Io ero già amica dei suoi figli; eravamo tutti a Firenze durante l’alluvione cercando di salvare dal fango i libri alla Biblioteca Nazionale. Doug era appassionato di politica da quando, appena quindicenne, vide uccidere dalla polizia alcuni portuali in sciopero. Da questo fatto decise che la politica sarebbe sarebbe stata il suo impegno per tutta la vita. Negli anni ’70 partecipò al movimento contro la guerra in Vietnam e ne divento un leader. Ci sposammo a San Francisco e vivemmo passando del tempo tra gli USA e Bologna (la Librellula era ancora aperta). Amavamo molto San Francisco: io frequentavo la libreria City lights, leggevo, mi occupavo del giardino. Poi tornammo definitivamente in Italia, a Bologna. Doug morì a 97 anni, nel 2017.
Anna riprende a raccontare del suo progetto di circolazione dei libri che la impegna molto:
Libri Lib(e)ri è nata nel 2012; in questa libreria non circola denaro. Avevo letto un articolo su Book things, una libreria a Baltimora che praticava lo scambio di libri gratutamente. Ho amato subito l’idea anche se qui si possono prendere libri anche senza portarne. All’inizio c’era incredulità nella gente che entrava e iniziava a frequentarla ma poi cominciano a capire i valori alla base del progetto e si appassionano. Prima la libreria si trovava a San Petronio vecchio poi ci siamo spostate qui in via Fondazza 40 ma la gente ci ha seguito e si sono aggiunti moltissimi altri: studenti e studentesse, anziani, casalinghe, anche bambini. Abbiamo un ricco e accogliente settore per l’infanzia che curiamo molto.
La libreria regge grazie ai libri che ci portano persone singole che hanno magari ereditato biblioteche intere o a qualche istituzione, per es. I beni culturali dell’Emilia Romagna ci ha regalato tanti bellissimi volumi. Ci sono anche alcuni libri antichi o in inglese. Accettiamo donazioni ma non libri rosa, né di cucina, né enciclopedie o guide turistiche. Pago l’affitto regolarmente perché voglio essere libera nella gestione; ci sono tanti amici e amiche che mi aiutano. Per me questa attività è molto gratificante perché vedo le persone soddisfatte; molti vengono perché non potrebbero comprare i libri ma altri per cercare, frequentare questo posto che vuole essere anche un luogo di incontro. Non possiamo organizzare dibattiti per oscure disposizioni di legge, ma di discussioni se ne fanno comunque fra i frequentatori della libreria. La gente viene contenta di vedere che esistano ancora spazi di discussione e riflessione. Bologna è molto cambiata in questi anni: si parla più di cibo che di politica e gli incontri sono intorno ad un tavolo fumante più che a una tavola rotonda. Mi sento fortunata ad essermi ritagliata questo piccolo spazio, in un momento in cui la città non offre gli stessi stimoli di un tempo. Qui riesco ad apprezzare l’immensa conoscenza che le letture intorno a me riescono a regalare, tutti questi libri hanno un meraviglioso effetto terapeutico. La pandemia ha limitato moltissimo le attività: ora che c’è la guerra ad esempio ho attaccato la bandiera della pace in vetrina ma vorrei poter aprire questo luogo per discutere di politica, di questo conflitto che spero finisca presto. Abbiamo cominciato a fare alcune letture di pagine di libri che ci interessano sotto il portico e pensiamo di farne altre con accompagnamento dei nostri amici liutai nostri recenti vicini.
Nel frattempo si è fatta ora di apertura della libreria; un’amica di Anna è arrivata per aiutarla, alcune persone entrano e cominciano a cercare libri negli scaffali ben ordinati per generi. Prima di salutarla chiedo ad Anna come è nata la sua passione per la lettura, quali libri sono stati fondatori per il suo percorso personale e politico e che messaggio lascerebbe alle giovani donne di oggi:
–Ho sempre letto molto fin da piccola; per me leggere è tuttora divertimento, sollievo, piacere, apprendimento. Mia nonna paterna leggeva molto e mi spronava. Ricordo che amavo “Pattini d’argento” e “La capanna dello zio Tom”. Mi sono laureata in Lingue e Letterature straniere poi sono entrata a far parte del movimento studentesco, ho militato a Lotta continua fino al 1975 e nel movimento femminista. Tantissimi libri sono stati importanti per la mia formazione e che consiglierei alle giovani per formarsi una coscienza politica e femminista. Le ragazze oggi spesso non sanno della lotta di liberazione che noi donne abbiamo dovuto intraprendere per conquistare tanti diritti. Suggerirei Virginia Wolf, Simone de Beauvoir, Elsa Morante, “La politica del sesso” di Kate Millet. Inoltre per una riflessione sulla contestazione e i movimenti rivoluzionari: “Il capitale monopolistico”, gli scritti di Che Guevara e molti altri testi…
Per noi si è fatta ora di andare anche se vorremmo restare a parlare con Anna ancora a lungo; prima di lasciarci sceglie per noi un testo che pubblicava nella libreria e che ci regala con un sorriso dolce: raccontarsi le ha fatto bene; noi ne usciamo senz’altro arricchite della storia di una donna che non dimenticheremo.
P.









