Un’umbra oltre i confini

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Inglese, cucina umbra e Università delle Tre Età: cosa può esserci in comune tra questi tre elementi?

La risposta è: Mara, una donna ben ancorata nel suo territorio, l’Umbria, ma da sempre con lo sguardo (e non solo) oltralpe. Incontrata in Irlanda, Mara racconta di essere nata ad Amelia dove vive ma di aver da sempre avuto il gusto per i viaggi e gli spostamenti, probabilmente a causa di quel legame con gli ascendenti spiegato dalla psicogenealogia di cui è esperta. Con un nonno postino, un altro emigrato in America ed il padre autista, da piccola le dicevano: “Farai molto strada…” Intendevano letteralmente! Mi sono sposata con un ragazzo il cui padre faceva il tassista; mio zio lavorava all’Alitalia ed io pensavo di fare l’hostess ma mi sono laureata in Lingue con Inglese quadriennale e mi piaceva l’insegnamento. Ho conservato però uno spirito avventuroso, l’amore per il viaggio e questa proiezione verso altri luoghi che mi spinge a partire appena posso. Giovane studentessa di inglese sono partita per l’Inghilterra con borse di studio e presalario: avevo capito che la lingua inglese sarebbe stata una carta da giocare come lingua di comunicazione. Sono rimasta qui a vivere in Umbria ma sempre proiettata verso l’estero. Aspettando il concorso ho lavorato presso l’ufficio informazioni turistiche qui ad Amelia e poi come guida turistica dell’Umbria negli anni ’80.

Mara ha poi conciliato il lavoro di insegnante di Lingua Francese e di Lingua e Civiltà Inglese con l’apertura della realtà locale all’estero operando diversi anni come assessore al turismo. Nella scuola ha realizzato viaggi studio, progetti e stage europei con i suoi studenti ad Amburgo e in Danimarca; prima di concludere la sua carriera scolastica è riuscita ad ottenere l’apertura dell’indirizzo turistico nell’istituto dove insegnava.

Nel periodo in cui il sindaco era Luciano Lama, Mara racconta orgogliosa delle molteplici iniziative ed eventi che riuscì a realizzare: nel 1992, per il V centenario della scoperta dell’America il sindaco le affidò la gestione degli eventi con un budget di 150 milioni:

..organizzai una mostra sulle navi dei Vichinghi, la partecipazione della delegazione ufficiale con il nostro corteo storico a Genova, il convegno storico internazionale Alessandro Geraldini e il suo tempo. Nel campo dell’insegnamento ho affinato le capacità di capire, di ascoltare e in quello dell’impegno civile la capacità di organizzare, valorizzare, armonizzare i bisogni e le risorse. Ho realizzato diversi gemellaggi. Sono stata assessore e consigliere comunale poi regionale oltre ad impegnarmi per anni nel sindacato. Da studentessa universitaria, con altri giovani, ho fondato il G.T.A., Gruppo Teatrale Amerino per far rivivere il teatro di Amelia che anche recentemente ha rischiato di cadere nelle mani di privati così, con alcuni amici, abbiamo lanciato una petizione per chiedere la prelazione da parte del MIC e il Ministero della Cultura ha acquisito il bene allo Stato. Con la pensione, oltre a dedicarmi ai miei due nipotini di otto e due anni, coltivo le mie tre passioni: la cucina, il teatro e l’Università ovvero la cultura, la scrittura, le tradizioni locali e l’associazionismo. Sono fiduciaria e prima fondatrice della Condotta SlowFood Terre dell’Umbria Meridionale, presidente della’Unitre di Amelia e Consigliere Nazionale e presidente dell’Associazione Amici del Teatro-Amelia. La Unitre nazionale è un’associazione di promozione sociale con circa novantamila soci in tutta Italia ed alcune sedi all’estero; prima della pandemia qui ad Amelia avevamo, con le sezioni staccate, circa duecento iscritti. Ci reggiamo sul volontariato e sulla quota di iscrizione di trenta euro all’anno da parte dei soci per tutti i servizi. Promuoviamo e realizziamo attività gratuite e collaboriamo con le scuole. Offriamo corsi di dialetto, nuove tecnologie, erbe per la salute e la bellezza, gemmologie, disegno e pittura, teatro oltre a visite tematiche ed altri eventi culturali.

Per quanto riguarda la storia e la cultura locale, Mara, insieme a Carla Pernazza, ha realizzato una ricerca d’archivio pubblicata nel volume: Amelia e la Grande Guerra. Storia e storie di un territorio (Intermedia ed.) per raccontare eventi e ripercussioni locali della Prima Guerra Mondiale.

In tutt’altro settore e a testimonianza della versatilità di Mara, mi parla della sua pubblicazione Le UMBRIAche. Ricette e racconti con i vini umbri (Gambini Editore2022):

È uno storytelling della tavola. Sono partita dall’idea che il vino lo mettiamo dappertutto, dunque ho cercato le ricette locali realizzate con i vini tipici o accompagnate da questi. Le ricette sono corredate dalla storia di quel piatto e tanti altri aneddoti, perché in Umbria “mentre si mangia e si beve… si racconta”.

Nel 2021, con la scomparsa dell’attore, ho poi realizzato una ricerca sulle origini umbre di Gigi Proietti. Il padre era nativo di Porchiano del Monte, una frazione di Amelia. Ho raccolto interviste e testimonianze inedite dal punto di vista umano e artistico degli incontri avuti qui in Umbria per scoprire quanto la sua arte deve a questo luogo ed alla sua gente. Il paese è un piccolo ‘globe’ circolare con il teatrino di vita in cui le persone sono dei personaggi. Ne è emerso dunque il saggio Gigi Proietti sul palcoscenico dell’Umbria,(Gambini Editore 2021).

Con grande naturalezza Mara mi racconta anche della sua battaglia contro la malattia; nel 2021 ha attraversato un doppio tunnel: oltre alla pandemia ha dovuto subire un’operazione e una lunga terapia, davvero una doppia croce. Mara ha però tirato fuori tutta la sua grinta superando quel difficile periodo che racconta anche come testimonianza della solidarietà ricevuta e della gratitudine verso i medici e le infermiere che l’hanno curata.

Mio padre è morto quando io dovevo programmare un ago aspirato; era in obitorio il giorno che ho fatto questo esame per scoprire poi di avere un tumore ascellare. Sono andata subito all’ospedale di Terni poi a Milano infine sono tornata a Perugia dove nel Breast Center ho trovato un chirurgo che mi ha sottoposto ad una mastectomia bilaterale. Ho vissuto tutto il duro percorso che va dall’accettazione della diagnosi alla chemioterapia passando per il ritorno a casa con drenaggi e dolori. Per trovare la forza e superare il momento in cui affrontavo le chemio mi visualizzavo come un’atleta circense che doveva saltare attraverso un cerchio di fuoco. Ecco sapevo di dover passare una prova e cercavo di affrontarla sempre serenamente. Quando ho dovuto subire l’operazione mi hanno aiutato i tanti segnali di affetto, dai miei familiari alle persone a cui non avrei pensato; tanti miei contatti mi hanno sorpreso con messaggi affettuosi di sostegno. Una collega per esempio mi mandò un messaggio in cui mi esortava, la sera prima dell’intervento, a praticare una meditazione per invocare la forza dei miei avi. Io credo molto alla forza delle relazioni umane e degli affetti; infatti sono grata a tutti coloro che mi sono stati vicini, i medici e il personale sanitario che sono stati straordinari.

Mara mi racconta un episodio di quando stava facendo ancora la chemioterapia. Dalle sette della mattina, dopo aver terminato l’infusione, alle quattordici era di nuovo in sala d’attesa per prenotare il trattamento successivo; vicino a lei c’era una signora che aveva le lacrime agli occhi perché nessuno si premurava di darl9e notizie o informazioni ed era preoccupata per il marito da poco dimesso dall’ospedale, solo a casa.

Non aveva neanche il coraggio di lamentarsi; allora sono andata all’ufficio delle relazioni con il pubblico avvisando che avrei protestato. Infatti poco dopo è uscito un mio articolo sul giornale. In seguito il sistema delle prenotazioni è stato cambiato.

Meditazione sì, ma bisogna anche protestare a volte per i diritti di tutti e, Mara, nel suo impegno civile, non si ferma nemmeno di fronte alla malattia.

P.

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