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Nella storia del fumetto al femminile, Alison Bechdel, fumettista e attivista statunitense, costituisce una pietra miliare per la genialità della sua opera oltre che per aver introdotto temi dibattuti all’interno della comunità lesbica e attivista LGBT: amore, genitorialità omosessuale, militantismo, coming out, sessualità, politica, diritto, discriminazione, ecologia, eterosessismo. I suoi fumetti mescolano umorismo e sagacia, leggerezza e commenti intelligenti su temi politici e di costume.
Famosa per la serie di fumetti Dykes to watch out for (DTWOF) sul tema dell’omosessualità femminile e attivismo politico, il nome Bechdel è associato anche al famoso test per misurare il sessismo nel cinema. Il test Bechdel è un metodo per valutare l’impatto dei personaggi femminili nelle trame di opere di finzione. Per la prima volta viene enunciato in una striscia del 1985 nella serie Dykes da “una personaggia” in quella che l’autrice per prima considerava “una battutina lesbica in un giornale alternativo femminista”.
Le tre domande che costituiscono il test sono diventate un indicatore del sessismo mostrando l’assenza o la limitatezza dei ruoli femminili nel cinema: questi risultano inesistenti o servono solo a mettere in luce gli eroi maschili:
Le domande da porsi per passare al vaglio le opere secondo questa prospettiva sono tre:
1. ci sono almeno due personaggi femminili con dei nomi?
2. questi personaggi si parlano reciprocamente?
3. la loro conversazione riguarda altro che un personaggio maschile?
Per estensione possiamo applicare il test anche alle opere letterarie o ai fumetti…
L’opera di Alison Bechdel ha ricevuto molti premi e, nel 2007, è stata selezionata al Festival de la BD di Angoulême, per la graphic novel autobiografica “Fun home. Una tragicommedia familiare”, pubblicata in Italia da Rizzoli Lizard che ha anche editato la serie “Dykes. Lesbiche, lelle, invertite” (2009 ) e “Sei tu mia madre? Un’opera buffa” (2012).
Originaria della Pennsylvania Alison cresce in una famiglia cattolica da madre attrice e padre veterano di guerra e poi professore d’inglese che si suicida quando la figlia è all’università. Dopo la laurea Alison si trasferisce a New York dove lavora in diverse case editrici mentre cerca, senza successo, di entrare in varie art schools. Comincia a pubblicare strisce nel giornale Womannews dal 1983 e poi diverse altre riviste e diventa fumettista a tempo pieno nel 1990. Si trasferisce poi nel Vermont dove nel 1992 conosce la sua attuale compagna, la scrittrice Amy Rubin. Attualmente insegna alla Facoltà di Arts and Sciences dell’università di Yale ed ha ricevuto diversi premi importanti per il suo lavoro.
Alison mette in scena le vicende e le riflessioni di vari personaggi della comunità lesbica femminista e altre: afroamericani, asiatici, disabili, latini. Tra i suoi personaggi ci sono:
-Mo (Monica Testa), la protagonista, inconfondibile con le sue maglie a strisce orizzontali che indossa in ogni occasione. E’ una femminista lesbica impegnata che si fa problemi per tutto, dalla sua situazione sentimentale alla società consumistica;
-Ginger Jordan, piccante come lo zenzero, prima studentessa fuori corso e poi professoressa;
-Lois Mc Giver, attivista “sex-positive” e drag king e convive con Ginger e Sparrow;
-Sparrow, direttrice di una casa-rifugio per donne, si definisce “lesbica bisessuale” da quando ha una relazione con un uomo dal quale avrà un figlio;
-Clarice Clifford, avvocata ambientalista, maniaca del lavoro, amante di Mo all’università, poi sposata con Toni Ortiz commercialista e ‘donna di casa’ con il quale ha un figlio, Raffi ,affidato a un baby sitter gay;
-Sydney Krukowski, amante di Mo, è una yuppie cinica, docente universitaria, proveniente da una famiglia ricca e sempre in competizione con il padre;
-Jezanna Ramsay manager della libreria gay e lesbica Madwimmin Books in cui lavorano Mo, Lois e Thea (lesbica ebrea ex di Sydney che scopre di essere affetta da sclerosi multipla.
Ho posto un paio di domande a Diego, un giovane lettore di fumetti italiano che vive in Francia per avere un punto di vista esterno e diverso:
1. Che impatto hanno questi fumetti oggi tra i giovani in Francia che cura molto la diffusione e la varietà del fumetto?
Qui l’autrice è molto nota e non solo nella comunità LGBT. I suoi sono fumetti atemporali, fondatori nella storia del fumetto e soprattutto in questo ambito avendo contribuito a far conoscere molti aspetti della vita della comunità di cui parlano. Sono anche un modo per riflettere sull’evoluzione nell’immagine e nella vita di molte donne e non solo ma anche sulle condizioni attuali. Quindi in un certo senso sono ancora attuali eppure danno conto dell’origine e del percorso fatto.
2. Cosa ti piace di questi fumetti in particolare?
I racconti sono momenti autobiografici interessanti che colpiscono; mi piace in particolare il fatto che metta in luce un mondo che ha fatto conquiste per liberare la parola: parlare di queste vite è necessario e comunque ha un’universalità che le ha fatto trovare successo in diversi ambiti. Infatti è uno specchio per chi si può identificare ma anche per chi non fa parte della comunità LGBT è interessante anche per i vari elementi comuni, non solo quelli relativi alla vita sentimentale: attività, desideri, piaceri, problemi. Ad esempio l’album sulla relazione allo sport ha un interesse universale ed è molto illuminante.
Per ascoltare anche su Radiocittafujiko:
https://archive.org/details/palumbo-ingrami-art-city-alison-bechel
P.